MAKER RUSH A WIRED NEXT FEST 2016

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Venerdì 27 e Sabato 28 maggio sarò al Wired Next Fest 2016 con un laboratorio interattivo dedicato ai più piccoli di nuovissima concezione: Maker Rush! Un videogioco…di corsa.

Si tratta di un percorso a metà strada tra creatività, gioco e ingegneria dove il mondo analogico si incontra con quello digitale. I partecipanti realizzano la propria macchinina da corsa a partire dai materiali più semplici come legno, pasta modellabile e colori di ogni genere. Le macchinine vengono trasformate in joystick e poi digitalizzate e implementate all’interno di un vero videogioco di corse.

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Come sempre l’obiettivo è quello di far mettere ai ragazzini le mani…in pasta, realizzando collaborativamente un videogame personalizzato. Durante l’attività i ragazzi potranno dare una sbirciata al dietro le quinte di come si realizza un videogame e avvicinarsi criticamente e più consapevolmente al linguaggio che utilizzano ormai ogni giorno. La tecnologia non deve far paura, ma è necessario conoscerla per essere consumatori (e speriamo anche creatori) consapevoli e critici.

Programma

Venerdì 27 maggio ore 9.00 e 10.30 laboratorio per scuole primarie 

Sabato 28 maggio ore 15.30 e 17.00 laboratorio a prenotazione per tutti

Un ringraziamento particolare va a Uovokids che anche questa volta ha creduto in me e mi ha trascinato in questa nuova e emozionante sfida!

speaker

Gurgle, eccomi in compagnia di Julian Assange :)

La buena educación dei videogiochi

Skylanders: Spyro's Adventure (c) ActivisionGabry non è mai stato un gran utilizzatore di giocattoli tipo pupazzetti. E’ sempre stato invece un grandissimo appassionato di videogiochi. Ha iniziato a giocare con il Nintendo Ds all’età di 3 anni, e accidenti, era pure bravo. I pupazzetti tipo Lego, Playmobil, soldatini etc. invece non l’hanno mai tanto interessato. Questa cosa un po’ in famiglia ci preoccupava, perché il gioco di ruolo è un elemento fondamentale nella crescita di un bambino. Invece che ad un bambino piacciano tanto i videogiochi sta sempre un po’ sulla scatole a tutti (non sono educativi, rimbambiscono, spingono alla asocialità etc. etc. etc.).

Tanto è vero che, parlo ormai di un anno e mezzo fa, alla scuola materna che frequenta Gabry le maestre notando per un certo periodo una forma di straniamento dal mondo reale del bambino, ci consigliarono di ridurre drasticamente l’utilizzo dei videogiochi (ma questa è un’altra storia).

Ultimamente però, questa tendenza ha avuto una svolta epocale.

E questa svolta è avvenuta proprio per merito di un videogioco. Ma come è possibile che un videogioco porti un bambino verso il giocattolo tradizionale?

Con un videogioco che è mezzo giocattolo e mezzo videogioco. Il portale di Skylanders: Spyro's Adventure (c) Activision Il gioco in questione si chiama Skylanders e funziona così: il bambino per attivare un personaggio all’interno del gioco (del genere rpg, hack & slash) deve posizionare il corrispondente pupazzino sopra ad un “portale” (un accessorio che si collega alla console); nel giro di qualche istante il gioco si “accorge” di questa presenza fisica e lo fa apparire all’interno del gioco. I pupazzini in vendita sono ovviamente svariati in genere, regno di appartenenza e poteri per cui scatta naturale il desiderio di possederne il più possibile (portafogli permettendo).

Orbene, questo innovativo videogame (le statuine e il videogame sono realizzati molto bene in verità) ha trasformato Gabry in un attivissimo giocatore di pupazzetti e creatore di avventure, dall’alba al tramonto. Nel vero senso della parola, poiché ad ogni colazione la tavola viene invasa da draghetti, troll e spiritelli così come ogni nanna viene accompagnata dalla disposizione dei simpatici amichetti sul comodino a fianco al letto. E i videogame?

Da un anno e mezzo si gioca solamente una volta alla settimana per un’ora e nemmeno gli skylanders hanno infranto questa regola. Nel resto del tempo si gioca con i giocattoli tradizionali.