Odio il 3D stereoscopico perché oggi è una giornata piovosa, è festa e voglio portare il mio bambino per la prima volta al cinema con me.
Abbiamo guardato la lista dei film su internet, abbiamo trovato un film di animazione, abbiamo guardato insieme il trailer e a Gabry è piaciuto tantissimo.
Odio il 3D stereoscopico perché in tutta Milano e provincia non esiste un solo cinema che trasmetta questo film non in 3D, alla vecchia maniera, da guardare senza occhialoni.
Per Gabry il cinema è un’esperienza tutta nuova, stupefacente, magica, emozionante e che forse fa anche un po’ paura … una sala enorme buia, uno schermo gigante con enormi pupazzoni che sembrano soverchiarti, tante persone sconosciute tutte sedute in silenzio.
A Gabry non va di mettere gli occhialoni, forse per ragioni di incoerenza con il suo personalissimo dress code, o forse, semplicemente, perché sono già sufficienti la mega sala buia e i pupazzoni per dargli quel tanto di emozione da non volersi sobbarcare l’onere di un’esperienza mediata dall’inforcare sul suo microscopico nasino lenti enormi.
Odio il 3D stereoscopico perché nonostante i numerosi e fantasiosi tentativi di persuadere il conservatore Gabry non siamo riusciti a trascorrere un pomeriggio speciale insieme.
Odio il 3D stereoscopico perché il nostro cervello non è scemo e sa che quando gli somministriamo un’immagine che ha la stessa quantità e qualità di informazioni rispetto ad un’immagine tradizionale in 2 dimensioni lo stiamo prendendo in giro.
Odio il 3D stereoscopico perché le immagini “che escono fuori dallo schermo” sono comunque in 2 dimensioni e i libri a pop-up sono molto più tridimensionali.
Odio il 3D stereoscopico perché quando ho tentato di ricordare qualche settimana dopo aver visto Toy Story 3 se l’avessi visto in 3D o in maniera tradizionale, a fatica sono riuscito a farlo. E solo dopo essermi ricordato di aver ritirato gli occhialoni alla cassa.
Odio il 3D stereoscopico perché “L’arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat” dei fratelli Auguste e Louis Lumière è stato già proiettato nel 1896.
Odio il 3D stereoscopico perché questo Visore stereoscopico portatile, per vedute su carta e su lastra – Stereoscopio Hermagis del 1870 con lenti acromatiche faceva già più che bene il suo mestiere 140 anni or sono e i signori odierni dell’intrattenimento ci vengono a dire che il 3D è la rivoluzione.
p.s.: amo invece la realtà aumentata perché è la vera tridimensionalità dell’informazione.
Bellissimo post davvero, sono d’accordo su tutta la linea.