Ecco a voi le inspiegabili avventure mai terminate di Totino, scarmigliato sottomarino che si trova adagiato sul fondo delle putride fognature alla conquista del mare aperto.
Prototipo di un videogame mai terminato e forse mai veramente iniziato, è la testimonianza di alcune notti poco assonnate che trascorsi nell’anno 2006 alla ricerca della mia vera identità e alla scoperta dei segreti del game design.
Perché oggi ho deciso di parlarne alle tre magnifiche persone che una tantum visitano questo blog? È presto detto: ogni volta che mi imbattevo nella sua scalcagnata cartelletta venivo assalito da sensi di colpa per aver sedotto, o meglio – creato – e abbandonato questa indifesa creaturina degli abissi col nasone rosso e l’occhietto un po’ smarrito. Oggi invece erano i miei di occhietti ad essere un po’ umidi e così ho deciso di regalare il red carpet al “diversamente implementato” Totino per ringraziarlo delle piacevolissime ore passate in sua compagnia tra coloriture pixel per pixel, esperimenti nell’affascinante mondo dell’animazione e ragionamenti sulle logiche della programmazione ad oggetti.
Ma queste sono cose che lui non conosce, perché sono successe prima che nascesse. Per questo ve ne parlo adesso, mentre lui è là fuori a godersi finalmente la libertà.
Dovresti far vedere anche il pezzo con l’acqua che sale! In ogni caso, attenzione ai frenetici gechi tuffatori.